TRASLATE PLEASE ITALIENATO!

martedì 27 settembre 2011

Italienato - in fila all'edicola

Mi è capitato spesso di comprare giornali, principalmente quotidiani, e fare la fila all'edicola che per forma non ricalca un'idea di coda. Succede che se ce spazio accanto a te, chi entra può mettersi vicino, se sei uno educato, tipo l'italienato, non vorresti esporre per chiedere il rispetto della fila, in quanto non è detto che ti dia ragione una persona che ha già sbagliato. Infatti, il tizio a fianco prende il giornale prima di me. Spetterebbe all'edicolante far rispettare gli onori della sua attività, non ai clienti. Non ci andrò più in quell'edicola, ma so che in giro per la città, ma anche nel resto della penisola, 'la fila' è un concetto molto relativo.

lunedì 26 settembre 2011

Italienato - gli italiani e le strade a tre corsie

Ho girato spesso l'Italia e ho notato che più si va verso sud, ma anche al nord può capitare intendiamoci, e più c'è un concetto particolare di strade a tre corsie. Nella giusta interpretazione, ogni corsia, tranne quella più a destra, che chiameremo 'prima', serve per un sorpasso per poi tendere a tornare verso quella più a destra lasciando spazio agli altri veicolo in sorpasso. Invece nella pratica quotidiana, spesso quella in mezzo è un'isola felice, dove pensare ai fatti propri, mentre quella di più a destra può diventare un ulteriore zona (franca), dove cimentarsi in un sorpasso a pieno sfregio delle regole e della sicurezza stradale. Memorabile quel signore, incontrato la settimana scorsa su un autostrada, che essendo impegnata la seconda corsia e troppo impegnativa la terza, ha deciso di sorpassare nella prima mettendo una cauta, secondo lui, freccia a destra. Io ho visto stupito la scena dietro a quello in seconda corsia, superandolo poi nella terza corsia, dove ho scoperto che andava piano perché stava allegramente chiacchierando al telefono cellulare. 

Italienato - Non fate attendere un telefono cellulare

Salivo per una viadotto, senza marciapiedi o  corsie d'emergenza, con solo guard-rail a delimitare le corsie e magistralmente trafficato, quando all'improvviso uno scooter mi ha inchiodato proprio davanti. Ero per un attimo assorto nei pensieri, idea sbagliatissima, perché la ruota posteriore dell'incauto pilota mi ha svegliato come un urlo di terrore nel sonno profondo. Non ero pronto, ma qualcosa di soprannaturale mi ha spostato la corsa, chiamiamola fortuna, istinto o con il termine religioso che più vi si addice, eppure ero ancora integro quando mi sono voltato per capire chi era il criminale. Una donna che poggiati i piedi per terra in un equilibrio precario dovuto anche alla salita, rispondeva al telefono cellulare.

Italienato - Una freccia assassina

Scendevo per una via consolare nota a tutto il mondo per gli antichi fasti, ma oggi è piena di auto in cerca di una viabilità che nessuno gli darà mai, quando all'improvviso mi trovo a un incrocio, dove a destra non si può andare. Ebbene, la disperata automobile accanto a me, doveva essere presa da qualche urgenza, oppure da incoscienza, perché girava anticipata di un neutrino da una freccia a destra. Ho visto la morte in faccia, eppure sono riuscito a frenare e a evitarla, oppure a suo buon cuore, il pilota ha rallentato miracolosamente lo scellerato bisogno. Ho tenuto premuto il clacson fino a quando l'automobilista incauto e fuorilegge non è sparito con la sua ignara complice l'automobile e la freccia assassina.

Italienato - La Smart

Scorrevo per le vie della mia città, in un giorno drammaticamente lavorativo e passavo davanti al tribunale che brulica più di un formicaio intorno a un pezzo di torta. Fantastica la Smart che mi veniva incontro. Ha fatto i fari fregandosene dei motorini, delle tante auto in doppia fila o divieto di sosta, dei pedoni sulle striscie e di tutto il resto. Finalmente mi passava accanto e ho capito l'arcano. Il pilota era impegnato in una chiamata al cellulare e non voleva certo essere distratto.

martedì 20 settembre 2011

Un ecatombe di accise

Ecco vivendo in una grande città viene da chiedersi, come spostarsi? Ma forse la domanda vale anche per le piccole e medie e per i paesi e tutto il resto. La risposta più stupida sarebbe con i mezzi pubblici. Ma non si può fare perché per un italienato che magari ha girato altri luoghi oltre l'Italia, non è possibile per scomodità e incapacità di raggiungere i luoghi con tempi precisi. Allora si usa un mezzo proprio, prendiamo per esempio Roma, bene, è impossibile l'uso dell'auto, cioé c'è chi lo fa, ma non è un italienato e si vede al volo. Allora mezzo a due ruote, svicola di qua e di là col rischio di andare lungo per colpa di qualche altro mezzo inedentificato ora. Il problema è che l'Italia va allo sbando attualmente e la prima cosa che tocca il governo, perché molti non lo sanno, sono le accise, ovvero le maggiorazioni della benzina. Tutti a dare la colpa ai petrolieri, agli arabi, ai santi non in paradiso eppure di tanto in tanto si fa sotto un aumento. Oggi con cinque euro compri tre litri di benzina e che ci fai niente? Allora come vai? In bicicletta, troppo lenta e difficile per le lunghe distanze, allora il mezzo pubblico...

mercoledì 7 settembre 2011

ITALIENATO - PEDAGGIO SELVAGGIO


Cara Italia, 
percorro le tue strade ogni giorno. Per lavoro e per svago. Non mi preoccupa il dolore della schiena provocato dalla cattiva manutenzione delle strade oppure l'usura dei miei mezzi, sempre per colpa del cattivo stato civico, ma è pericoloso il disinvolto chiedere un contributo senza un pizzico di ritegno verso il cittadino medio. Sì, eco nella testa, quello che paga le tasse. Esclamano con leggerezza al tg (pensa a quello che vuoi tanto son (quasi) tutti uguali!): cittadini, aumenta il pedaggio. Certe notizie poi le danno sempre a pranzo e almeno una delle forchette arrotolate allo spaghetto va di traverso. Aumenta tutto: benzina, sigarette, luce e gas, bar e ristoranti, perché non dovrebbero aumentare le autostrade? Un brivido sconvolge il pranzo, ma la routine lavorativa faticosa e poco gratificante cancella il pensiero fino a quando non arriva quel giorno che dimenticato quel tg s'infila il biglietto nel casello meccanico che risponde sparando cifre a vanvera: rimani nella tua regione e tirano su il prezzo del venti percento, invece, se hai la fortuna-sfortuna di attraversare più regioni, il rincaro raggiunge il trenta-drammatico-trentacinque percento.
Ecco Dolce Italia, sei in crisi?, ma anche io lo sono e anche il mio vicino, certo, quello che paga le tasse mentre quello che le evade è un pò meno preoccupato e un pò più italiano che italienato, ma lasciamo stare qua, dicevo, hai difficoltà come i tuoi figli e i cugini fino ai parenti più lontani dei poli, ebbene, cerchiamo una soluzione insieme perché qua il conto in banca non è un pozzo di petrolio e la tua bocca è molto grande per essere sfamata. Siamo i tuoi figli e non ti voglio giudicare come vecchia decrepita, anzi sei giovane e piena di speranze, non dovresti essere tu a cercare il cibo per noi?

ITALIENATI - L'ITALIANO CHE NON SFILA LA FILA

Cara Italia,



una cosa mi fa impazzire degli italiani (non degli italienati, loro non lo farebbero mai neanche con un mitra puntato alla testa) è quel desiderio ossessivo di non rispettare una fila o una coda o un senso di percorrenza. L'altro giorno mi trovavo in un punto vendita di una nota catena di librerie e attendevo il mio turno alla cassa per acquistare un libro. Dietro avevo solo una ragazzina esile e davanti un'altra persona che, malgrado la cassiera fosse lenta e impacciata, stava per terminare il suo turno. La ragazza esile, secondo dopo secondo, incombeva su di me. Istante dopo istante, la piccola donna mi raggiungeva e si schierava non più alle mie spalle ma accanto a me, alla destra della cassa. La domanda che un italienato si fa in questi casi è: perché non resti al tuo posto come faccio io? La sensazione che ne sussegue è un fremito d'indecisione che suggerisce l'amletica domanda: dirlo o non dirlo che c'è una fila da rispettare? Magari la poveretta non se ne è accorta e forse è la prima fila che fa con davanti un italienato o forse semplicemente quella stupida abitudine di non rispettare il prossimo si è impossessata della sua giovane età. La seguo con la coda dell'occhio mentre guarda la cassa e dentro di me continuo a dirmi di stare calmo perché tra poco tutto finirà, eppure la ragazzina non molla e fa ancora un passetto verso la maleducazione. La fortuna è che il cliente davanti a me finisce un apocalittico acquisto che quasi manda al manicomio la cassiera, infatti deve tirare un bel fiato prima di servirmi. E pure io respito, e non vedo l'ora di uscire da una situazione che non ho creato, che non creerò mai e che non ho chiesto di essere coinvolto. Perché l'italiano è sorprendente nel coinvolgere nei suoi piani bizzarri persone che fanno del quieto vivere, italienati appunto, una ragione di vita. Così la ragazzina, che ormai mi ha contagiato la sua prescia, finalmente può confrontarsi con la cassiera dopo aver fatto una figura inutlimente invadente e maleducata. Pace.