TRASLATE PLEASE ITALIENATO!

lunedì 28 maggio 2012

T-Max è in crisi

Scorrevo per una via consolare romana quando nell'altra carreggiata sfrecciava un T-Max, uno scooterone troppo potente per la città, che mi sfiorava vicino alla mezzaria. Uno o due secondi dopo, un botto sordo mi suggeriva che il proiettile su due ruote era entrato in collisione. Guardavo dallo specchietto retrovisore e vedevo un'auto ferma in mezzo alla strada, il T-Max buttato immobile per terra, ma non vedevo il pilota. L'impatto violento chissà dove lo aveva sparato. Mi voltavo accostando, ma il popolo curioso e il traffico sopraggiunto stavano soffocando la scena dell'incidente. Proseguivo poi pensando che questi T-Max corrono troppo. Prima del botto non ho sentito nessuna frenata.

mercoledì 23 maggio 2012

Istruzioni per un maggio imprevedibile

Ogni anno arriva maggio e le giacche si fanno più leggere, gli indumenti diminuiscono e le scarpe si abbassano e si aprono fino alle ciabatte, meglio se infradito, altrimenti sanno di ospedale, spiaggia libera e piscina comunale.

Quest'anno no, il giorno fa un freddo cane a Roma, il sole è tiepido, e la sera è traditora.

Te ne accorgi un giorno che la gola ti brucia di dolore e la sera stessa hai gli occhi rossi.

Il giorno dopo appare l'influenza, che esperti, accorsi per l'occasione, hanno giudicato molto forte, ma non prendere antibiotici, è solo un'infreddatura. I brividi nel letto sembrano quelli che una vittima prova dopo essere sbattuta nuda su un deserto di neve.

Perciò ho lasciato guanti e sciarpa nel motorino, anche se sa di matto, però ci vado in giro e chi mi guarda come a uno scemo, lancio uno sguardo che sa di: vedrai, vedrai...

Il resto sono fatti suoi.

Evviva la primavera.

Bum!

lunedì 21 maggio 2012

Come sopravvivere a un week-end pesante

Gli Internazionali d'Italia, dove Federer è puntato da migliaia di occhi che cercano uno sfogo contro la crisi e sperano in un suo exploit. Mentre dopo Donna Summer, se n'è andato anche Robin Gibb, era attanagliato da un male che è peggio della peste, perché almeno quella è un'epidemia, questo invece un male oscuro che colpisce quando vuole e apparentemente ancora senza un maledetto e sicuro antidoto. Invece di pensare incazzarci uno contro l'altro per i nostri stupidi problemi, non potremmo unirci e lottare insieme contro il cancro?
Qui a Roma questo week-end è passato di tutto, dal calcio, al tennis, alla Mille Miglia, alle solite manifestazioni contro qualcosa e qualcuno che in quell'istante sta pensando invece perfettamente ai fatti propri. Manifestare mette in difficoltà solo quelli che subiscono, mentre gli altri bisognerebbe prenderli uno per uno. Qua dopo gli scandali alzano la testa più in alto di prima e se ne fottono dell'opinione pubblica. Uomini e donne non ci fanno più caso ed è questo il vero problema. Oppure lo è sempre stato. Intanto Valentino Rossi è arrivato secondo in gara, davanti a Stoner, la Ducati una volta tanto davanti all'Honda. Almeno questo è un buon anestetico per sopravvivere a un week-end pesante.

domenica 13 maggio 2012

mercoledì 9 maggio 2012

Inps - come uscirne vivi

Stamattina mi è toccata l'Inps, il rinomato istituto per le pensioni che dicono non darà più le pensioni ma chissà quando e chissà come, perciò ogni onesto contribuente che fa? Continua a versare, mazzate di blocchetti di soldi che escono e vanno in quelle casse bucate invece di restare nelle tasche cucite, per magari servire per una buona cena di pesce, una piccola vacanza o anche un massaggio orientale di mezz'ora.
Sono arrivato col motorino e nel posto per i motocicli c'erano tutte auto parcheggiate a lisca, ma non era il massimo, quello invece era le auto parcheggiate davanti all'entrata oltre la striscia gialla e il marciapiede. Sono sgattaiolato tra i mezzi in un pertugio fortunato e ho scovato un triangolo d'oro tra due auto e il marciapiede.
Ho preso un numero per quelli (stronzi) come me alle 10.17 e recava la cifra di 87 e in automatico ho alzato gli occhi e stavano al 22. Mi hanno ricevuto alle 13.00 e non sono riuscito a cavare un ragno dal buco e soprattutto dovrò pagare e chissene non mi aspettavo di più di una conferma. Lo Stato è dalla parte dello stato delle cose attuali e vallo a spiegare i cazzi tuoi dei problemi che hanno comportato uno scompenso, un disavanzo, una morosità, e poi a chi lo spieghi?
Pazienza mi accontento delle tante persone che ho conosciuto, tutte alle prese con cartelle esattoriali, errori di calcolo e con il mio stesso sguardo rassegnato, di un'umanità che credevo sconosciuta ai più. Invece c'è da fare e l'Italia è così, però quando apri la bocca e scambi due chiacchiere col vicino, scopri che non sei il solo (stronzo) a subire lo schiacciasassi statale e ognuno porta pazienza...

martedì 8 maggio 2012

Movida - come fare a Roma di sabato?

Trastevere, Campo dei Fiori, Testaccio, Rione Monti e il resto del centro romano in generale sono bersagliati da orde di cittadini e turisti, occasionali e non, che si svincolano dai doveri e trovano rifugio in locali, localetti e localini, dove 'magnà e beve' con un disperato bisogno di godere delle attrattive che la città offre. E' risaputo che Roma il sabato si popoli di avventori occasionali venuti dalle località limitrofe al grido di 'è sabato annamo a Roma!'. Gli studenti universitari, quelli che restano a Roma, non come i fuori-sede che tornano da mamma e papà per ringraziarli di vitto e alloggio romano, poi si scatenano in uscite che hanno un capo ma non una coda. Gira droga, l'alcol dovrebbe restare chiuso nei locali dopo le ventitré e i controlli sono sempre in cerca di una multa o di un carico.

Messa così sembra il preludio alla terza guerra mondiale e infatti lo è. Lessi tempo che fa che i romani più alternativi, odio questo termine, uscivano il lunedì perché era l'unico giorno nel quale non si correva il rischio d'incorrere nel caos e nella foga che lega la movida con la capitale d'italia.

Eh sì, detta così, sembra una storia brutta. Allora facciamo le pulci a un romano che abita in periferia e vuole andare in centro per sdrammatizzare la routine della vita. Esce e raccatta un pò di gente verso le dieci o undici di sera. Traffico tanto da dove parte al centro. Trastevere la meta? Ok, aggiungi un terzo di traffico ancora. C'è il parcheggio, che non c'è e si cerca un buco per l'auto al riparo dal taccuino dei vigili, non c'è e si lascia l'auto con la speranza di essere tra i fortunati a scamparla. Qualche tarlo resta per tutta la serata. Si cammina per i vicoli trasteverini in mezzo al brulicare di altri come noi e si cerca un pò di spazio che non c'è, allora si accelera e si corre in cerca di un posticino tranquillo dove bere qualcosa, che non c'è, allora si fa la fila per raccattare da bere e scolarselo fuori. Se sei fortunato è estate, e stai comunque nel transito del brulicare, oppure è inverno, c'è poco brulicare ma fa un freddo che il drink scende anonimo. Si va in un locale a sfogarsi un pò, se ne cerca uno con poca gente, che non c'è, e si sceglie per quello con la fila meno lunga. Serve almeno mezz'ora per entrare e tanta pazienza e il locale dentro è angusto e molto affollato perché i vigili controllano i luoghi del divertimento di giorno perché di notte devono pensare alle strade della movida. Ma è meglio non pensarci adesso, meglio buttare giù qualche drink e cercare un pò  di relax, che non c'è. Si esce dal locale che è più tardi di quello che si pensa, come è più alto il malloppo speso per le consumazioni. Non si ricordano mai tutte, è un classico. Si torna verso l'auto barcollando un pochino perché l'equilibrio del brulicare è terminato come la mezzanotte e si scopre un fogliettino. Lo si vede da lontano e si pensa a una pubblicità, un volantino insomma, invece no perché è una multa e pure salata. Una volta è capitato che l'auto non c'era più e si è stati fino a mattina a piangere al deposito giudiziario per non accolarci almeno le spese del deposito, ma solo la multa, e tutto inutile, quando stai in torto, è peggio che nel deserto, sporco di sangue, sotto un girotondo di avvoltoi.

E c'è sempre nel ritorno il rischio dell'alcol-test che t'inchioda al marciapiede per mesi, anni, senza patente e con un multone immenso da pagare.

Allora come fare?

Prendere un taxi? Impossibile per molti: costo smisurato, molto molto più alto della media europea, e difficoltà a reperirlo, specialmente dopo la mezzanotte, quando cercano solo polli da scarrozzare per lunghi tratti. Poco affidabile in generale, tra prezzo, orari e attendibilità degli stessi.


Prendere un bus? All'andata sarebbe tragico essere compressi, dopo aver atteso troppo, e camminare a passo d'uomo in un traffico feroce e disordinato. Al ritorno poi, è un'esperienza che auguro solo al peggior nemico, tra rischio d'incontrare balordi e passaggio dei mezzi tipo uno ogni ora e capita sempre che è appena passato.

Prendere la metropolitana:
a mezzanotte chiude e meno male, non oso pensare cosa possa apparire la notte negli abissi di Roma.

Andare in motorino: buona opzione, sempre a rischio multe, di essere rubato e di essere speronato da qualche pazzo della strada che non ha trovato divertimento nella movida e lo trova per strada. Oppure puoi cascare da solo per i troppi drink, oppure, novità dell'ultim'ora, c'è l'alcol test anche per te!


Andare in bicicletta: lo fanno in molte città, ma a Roma, dove l'automobile regna indisturbata e prepotente, lascerei perdere. La vita è a rischio come la bicicletta stessa.

Andare a piedi: se si vive in centro è buono, ma il centro è grande e dopo una certa ora anche pericoloso. Perfetto se si abita sopra la movida e se si va a letto con il termine della movida.

E allora come fare? Io ancora non l'ho capito!




Grillo e l'ABC della politica

Beppe Grillo è lanciatissimo. Ha una strada talmente vuota davanti che rischia di schiantarsi contro qualche ostacolo accidentale, buccia di banana, cacca di cane lenta o altro che non riguarda i suoi avversari talmente intenti a non affondare nei loro discorsi interessati da non riuscire neppure a pensare a qualcos'altro. Infatti passano agli insulti, l'unico modo rimasto di denigrare l'avversario. Cosa che un italiano fa, ma un italienato non farebbe mai. Tra due avversari c'è rispetto, altrimenti non sono avversari ma ragazzini che si sputano cattiverie infantili, tipo quel bambino che mette in mezzo un pallone per una partita ma non sa giocare, allora se ne va via con lo stesso pallone, unico modo di farsi notare dal gruppo.

lunedì 7 maggio 2012

Equitalia a Equiroma

Equitalia è l'assassino contabile di centinaia di persone. Alemanno ha deciso. A fine anno via Equitalia (ogni volta che scrivo questo fottuto nome tremo, ha incastrato e confuso anche a me) diventerà Equiroma. Una legge dell'anno scorso la 166/2011 credo prevede che i comuni possano gestirsi i debiti dei cittadini come meglio credono e possibilmente senza farli morire. Alemanno ha deciso. Dall'anno prossimo spetterà a Equiroma amministrare i debiti dei preoccupati e onesti contribuenti. Stessa cosa ha dichiarato De Magistris per Napoli, ancora non c'è nome, ma dal 2013 avverrà una trasformazione che potrebbe cambiare la storia dei contribuenti (e salvarne almeno qualcuno per dal suicidio). L'avvocato del diavolo chiederebbe: era del 2011, perché questo piano non è scattato nel 2012? Forse perché i sindaci si sono adagiati ancora in questa assassina ma efficiente forma di recupero? Magari questo cambio serve anche a recuperare anche un pò di credibilità politica? In tutti modi, speriamo che i metodi e gli interessi siano meno coercitivi e più a tutela della salute del cittadino.

SCAPPANO SENZA AVERE FRETTA

Sei lì che ti fai gli affari tuoi come vorrebbe ogni buon uomo e vicino, dietro, davanti, forse anche sopra, ti si piazza un tizio che ha la prescia. La fretta si attacca, ma non si capisce di averla, è cattiva consigliera e dona un alone di fastidio al possessore che è innocuo come un ubriaco molesto con un fucile carico in mano. C'è solo da temere per il peggio. E' inutile sperare di restare impassibili o addirittura scivolare via dalla scia ansiolitica. A Roma hanno tutti la prescia. In auto, in fila da qualunque parte, sui marciapiedi, quando ordini al ristorante c'è qualcuno che ti parla sopra o peggio quello che accusa ovvero tu, oppure io che scrivo, potremmo essere i portatori dell'insana malattia psicologica che cavalca un disagio sociale che si annida nelle metropoli. Siamo convinti di doverci sbrigare e facciamo girare la città più veloce, sempre più veloce, ancora più veloce, di più di più, occhi che strabuzzano, labbra che si storcono, faccia che non tiene la velocità e si deforma e il respiro che affanna per trasformare l'aria in ossigeno, il pensiero è ovvio che si distorce e l'anima è deturpata.

venerdì 4 maggio 2012

CI VUOLE POCO

Ci vuole veramente poco a distruggere e moltissimo a costruire qualcosa. Guarda Corona per esempio, in poco tempo ha creato un personaggio e una storia d'amore eccentrica e spumeggiante, invidiata, e dal nulla Belen Rodriguez lo lascia per un toy boy come De Martino. Sì certo, poi si potrebbe parlare di Sergio Marchionne che distruggendo la fabbrica italiana della Fiat, negli Stati Uniti, la vecchia America dei sogni possibili, sta creando un impero. Che c'entra? Esempi pratici, teoremi così buttati là come tag. Per noi italienati le cose vanno diversamente perché siamo molto meno padroni della nostra vita. Siamo più succubi, sempre meno forti a causa della crisi economica. Ed è terribilmente facile farsi abbattere dall'ennesimo problema legato alla crisi o alla vita italiana in generale. E' molto difficile rimanere concentrati su un obiettivo: il benessere, sperato, in una qualche sfumatura simile alla placenta o alla grazia ovattata dell'infanzia. Solo per creare ciò in Italia, onestamente, rispettando una coerenza e una morale, mentre intorno i porci ballano sul letame, beh è dura. Durissima. Ma nessuno vuole fare la fine dei tragici disperati colpiti nel cervello, tra Equitalia, trittico depressione ansia insonnia, qualche droga sbagliata o anche farmaco in eccesso, l'alcol che ti gonfia la pancia e ti giustifica solo fino all'ultimo bicchiere e tutto quello che ne conviene dall'accettare i problemi della vita come una questione personale. Bisogna restarne fuori. Guardare le cose con distacco trovando più gratificazioni possibili. Evitare di tentare la fortuna con giochi fregatura tipo Superenalotto, solo perché si è stati sfortunati da qualche altro angolo della nostra storia. E stringere i denti perché le cose cambieranno, le cose cambiano sempre e bisogna avere fiducia, non nel prossimo, ma in se stessi. Tenendo botta, tappandosi le orecchie se il vicino si lamente per qualche stronzata che a te farebbe solo solleticare il naso e non prenderlo per un coglione fortunato, ma solo per un altro essere umano, magari un pò meno italienato, ma sempre una creatura da rispettare. A meno che non si tratti di uno di quegli stronzi che ti crea problemi, dallo strapparti un laccio delle scarpe fino a ingombrarti la vita, allora lì sì che si può andare duro e magari accollargli qualche bella per lui insensata frustrazione.

giovedì 3 maggio 2012

Equitalia mon amour

Belen Rodriguez non so cosa fa e neanche Fiorello, una non ci ha fatto più sapere niente dell'incidente e l'altro boh dopo YouTube, ha parlato di Beppe Grillo ma non si è capito se da siciliano o da uomo di spettacolo, vip evvero! Andreotti è all'ospedale. Un uomo è barricato nell'Agenzia dell'Entrate. E io ho ricevuto una cartella da Equitalia, una di quelle toste che ti strappano il fiato. Anche gli italienati sono italiani. Ho preso il casco del motorino e l'ho sbattuto per terra, poi mi sono dato un colpo e mi sono preso forte su una guancia, poi dopo qualche precauzionale bestemmia, ho cercato di scovare un pò di senno in un angolo recondito e in riserva del mio cervello. Totali: vincono sempre loro e un commercialista non salverà nessuno. Andreotti scrivono che è in gravi condizioni ma stazionario. Che prognosi è? Boh, so che il Gemelli era bloccato e le persone dal lato della Trionfale non potevano entrare. Speriamo che i comuni mortali abbiano potuto usare anche loro il pronto soccorso e il codice rosso, quello che hanno dato anche a Belen e De Martino per la caduta in moto.

mercoledì 2 maggio 2012

Giochi di società sul cornicione

Siamo usciti sul terrazzo e ci hanno chiuso la porta alle spalle. Hanno anche abbassato le serrande e davanti c'è il vuoto. Una soluzione la si cerca perché la morte è scontata. Siamo saltati, oltre la ringhiera, e abbiamo camminato su un cornicione. Senza guardare sotto, lo spazio per la passeggiata non era neanche poco. Si poteva quasi correre e anche accucciarsi. Una cosa certa era la vista,

La pacchia è finita, andata la pace

Chissà se Belen Rodriguez è rimasta incantanta da quella Roma che nel ponte ha dato il meglio di sé grazie alle centinaia di cittadini che sono partiti per altri lidi sparpagliandosi per l'Italia, ma non per il resto del mondo perché c'è la crisi. Belen ha fatto l'incidente con De Martino qualche giorno fa e c'è chi è arrivato a sospettare che sia una trama del suo ex-compagno Fabrizio Corona, come quella del sextape o addirittura quella della gravidanza interrotta. Devono guadagnarci molti soldi sopra questi personaggi perché barattano dignità e credibilità e non è semplice convivere con un costante sospetto di bugia. Bando ai cialtri, diciamo che oggi in città è tornata la normalità. Tanta. Troppa. Tutta. E i gomiti del vicino di nuovo si fanno sentire sotto gli zigomi. Ho rischiato in moto subito di essere colpito e affondato da una donna oltre la menopausa con il cellulare in mano che non si è fermata allo stop. Io non capisco tutt'ora perché non rispettino le regole. E oltretutto perché diventino come quei personaggi della tv che non suscitano rispetto o approvazione e appunto si perdono in un'apparizione piuttosto che costruire un'immagine di sé che rispecchi il loro vero valore. In parole povere, possibili che la maggioranza, novanta percento, dei romani alla guida sia così indisciplinata, maleducata, arrogante, pericolosa, menefreghista e irresponsabile? Oppure quando scendono dall'auto si trasformano in qualcos'altro che ignoro? Chiudo gli occhi e ritorno a quel lunedì appena passato, il 30 aprile, quando erano tutti in vacanza e io scorrazzavo libero, indisturbato e senza nessun timore per la vie di Roma ammirando un paesaggio che c'invidia il mondo, ma che non meritiamo per colpa del vero padrone della città: l'automobile.